Spezzeremo le reni all’Intelligenza Artificiale

In una eccezionale manifestazione di insipienza e incompetenza, il Garante Privacy italiano ha, nei fatti, censurato un servizio pubblicamente disponibile in ogni altra parte del mondo tranne Russia, Cina, Corea del Nord , Afghanistan, Iran e Venezuela.  Questa è la compagnia che gli italiani sembrano meritarsi, grazie al nostro Garante. La minaccia di una multa fino al 20% del fatturato giustificata in modo meno che sufficiente da un provvedimento generico e vago, e senza alcun riferimento a violazioni specifiche e determinate, del Garante appare totalmente attribuibile ad una foga censoria che ormai appare incontrollata e incontrollabile.

Gli Alti Passeri del Garante, evidentemente più interessati a riscuotere un patetico consenso nelle schiere esagitate degli sceriffi del web, hanno intrapreso questa autarchica crociata paternalista che, come è evidente, non aiuterà di una virgola il cittadino italiano a sviluppare una adeguata consapevolezza su questi argomenti e rischia di abolire ogni possibilità di godere della ricchezza di Internet. È un mero esercizio di potere, buono ad accreditarsi al mutato clima politico italiano ed europeo.

In queste ultime settimane, l’attenzione mondiale è stata catturata dall’iperattività del nostro Garante Privacy.  Questa crociata censoria suscita molte critiche da parte di esperti del settore, che la vedono come un gesto sconsiderato  politicamente, dominato da incompetenza tecnica e incapacità di lettura della complessità della realtà moderna. Inoltre, la minaccia di una multa, a fronte di nessuno specifico comportamento illecito, fino al 20% del fatturato ha giustamente suscitato preoccupazione tra le imprese che operano nel settore della tecnologia e dell’innovazione.

La decisione del Garante sembra essere stata motivata più dal desiderio di riscuotere consenso negli ambienti preoccupati dalla forza disruptive della tecnologia che dal reale desiderio di tutelare i cittadini e le imprese italiane. Questa crociata censoria, guidata da un’idea paternalista di protezione rischia di eliminare qualsiasi possibilità per gli italiani di sfruttare al meglio le potenzialità di Internet e di impedire ai cittadini italiani di acquisire una sufficiente consapevolezza su questi temi.  Si creano le basi di un balordo revanschismo italico in salsa tecnologica che mira a spingerci, se possibile, ancora più indietro nella già patetica livello di innovazione e competenza tecnologica. Invece di cercare vendetta o rivincita,, o peggio ancora spingere il mondo tecnologico ad isolarci sarebbe più produttivo concentrarsi su strategie efficaci per migliorare la situazione tecnologica del paese, investendo in ricerca e sviluppo, formazione, infrastrutture e altre aree chiave. Solo attraverso uno sforzo coordinato e sostenuto, si può sperare di raggiungere un progresso significativo e duraturo.

In un mondo sempre più connesso e tecnologico, la questione della tutela dei dati personali e della privacy online è diventata cruciale. Tuttavia, la risposta del Garante è poco meditata, esagerata e inadeguata. Invece di «spezzare le reni all’Intelligenza Artificiale», è opportuno trovare un equilibrio tra la tutela dei dati personali e la possibilità di utilizzare appieno le potenzialità della tecnologia. (testo parzialmente scritto da ChatGPT)

EDIT: Gli zeloti sostenitori del Garante, pur di fronte ad una evidente debacle si stanno esercitando a trovare scuse. Sostengono che l’azienda avrebbe volontariamente sospeso il servizio invece di fornire informazioni al Garante. Questo è quanto ha scritto il  Garante nel provvedimento:

a) ai sensi dell’art. 58, par. 2, lett. f), del Regolamento dispone, in via d’urgenza, nei confronti di OpenAI L.L.C., società statunitense sviluppatrice e gestrice di ChatGPT, in qualità di titolare del trattamento dei dati personali effettuato attraverso tale applicazione, la misura della limitazione provvisoria, del trattamento dei dati personali degli interessati stabiliti nel territorio italiano;

b) la predetta limitazione ha effetto immediato a decorrere dalla data di ricezione del presente provvedimento, con riserva di ogni altra determinazione all’esito della definizione dell’istruttoria avviata sul caso.

c’e’ scritto “immediato”.

 

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