Bruxelles, 31/01/2022 – Seguendo l’iniziativa del Partito Pirata Italiano lanciata in occasione del III° Congresso nazionale anche i Pirati eletti al Parlamento Europeo hanno presentato al Comitato norvegese per il Nobel la candidatura di Julian Assange al Premio Nobel per la Pace.[1] Per i Pirati, il caso di Assange, attualmente incarcerato nel Regno Unito, è un simbolo dell’oppressione della libertà di parola e del diritto del pubblico all’informazione.
Julian Assange è un giornalista, attivista, informatore australiano e fondatore di WikiLeaks, una piattaforma che ha reso disponibili al pubblico milioni di documenti riservati dal 2006. Le perdite pubblicate dall’organizzazione no-profit hanno coperto il coinvolgimento degli Stati Uniti nelle guerre in Afghanistan, Iraq e Yemen e il lavoro dei servizi segreti, ma WikiLeaks ha anche diffuso informazioni su corruzione e crimini in paesi come Turchia, Russia, Cina e Perù.
L’eurodeputata di Pirate Party Markéta Gregorová ha commentato:
“La storia di Julian Assange è per me altamente simbolica. Si tratta della lotta per la libertà di parola, di stampa, per la protezione dei giornalisti e di tutti coloro che portano informazioni al pubblico. Julian Assange ha denunciato una serie di gravi pratiche commesse dai servizi di intelligence e dall’esercito statunitensi. Il suo processo ai sensi dell’Espionage Act del 1917 è a tutti gli effetti una persecuzione. Punire qualcuno per aver pubblicato informazioni nell’interesse pubblico costituisce un pericoloso precedente. La protezione dei giornalisti, delle loro vite e del loro lavoro è un principio democratico fondamentale”.
L’eurodeputato del Partito Pirata Patrick Breyer commenta:
“Nominiamo Julian Assange per i suoi successi e le sue rivelazioni, ma la detenzione e il perseguimento di Assange hanno anche creato un precedente estremamente pericoloso per tutti i giornalisti, gli attori dei media e la libertà di stampa. Nessun giornalista dovrebbe essere perseguito per aver pubblicato “segreti di stato” di interesse pubblico perché questo è il loro lavoro”.
Negli Stati Uniti, Assange rischia fino a 175 anni di carcere. Ha vissuto in vari paesi per motivi di sicurezza, trascorrendo del tempo presso l’ambasciata ecuadoriana a Londra dal 2012 al 2019, dove gli è stato concesso asilo politico. Nel 2019, gli Stati Uniti hanno chiesto al Regno Unito la sua estradizione e da allora è stato imprigionato nella prigione britannica di Belmarsh. Nel dicembre 2021, l’Alta Corte britannica ha accettato la sua estradizione negli Stati Uniti a condizione che non fosse rinchiuso in un carcere di massima sicurezza. Questo perché i rapporti di esperti indicano che la sua salute mentale è indebolita e potrebbe tentare il suicidio. Assange ha impugnato la decisione sulla sua estradizione, sulla quale la Suprema Corte deciderà ancora.
[1] Testo integrale della nomina di Julian Assange al Premio Nobel per la Pace