L’articolo Inventing the dark Web. Criminalization of privacy and the apocalyptic turn in the imaginary of the Web di Thais Sarda (Nottingham Trent University), Simone Natale (Università di Torino) e John Downey esamina come il deep web, cioè i siti web che non sono indicizzati e quindi non sono accessibili attraverso i motori di ricerca web, sia stato descritto e rappresentato nei giornali britannici. Con un’ampia analisi dei contenuti condotta su 833 articoli sul deep web pubblicati tra il 2001 e il 2017 da sei giornali britannici, gli autori dimostrano che queste tecnologie sono state prevalentemente associate ad azioni criminali, ai mercati delle criptovalute e alla pornografia o violenza sessuale. Gli usi positivi di questa tecnologia, come la protezione la privacy e la libertà di parola, sono stati ampiamente ignorate. La costante associazione da parte della stampa britannica tra il deep web e comportamenti criminali e antisociali è esemplare di una recente “svolta apocalittica” nell’immaginario del web, per cui le tecnologie relative al web sono percepite e rappresentate in modi più negativo all’interno della sfera pubblica.
Gli autori sostengono che l’uso di tali concetti, definizioni e associazioni negative generino sfiducia sugli usi del deep web e propagano stereotipi che portano ad una criminalizzazione generale della privacy.
L’articolo è stato pubblicato su First Monday