La proposta di aggiungere un “equo compenso” alle connessioni internet è una tassa sul macinato digitale per tutti, e per gli italiani è una doppia tassazione. Inoltre, la privacy policy dell’iniziativa non possiede le caratteristiche di privacy necessarie. Per questo il Partito Pirata Italiano non può supportare l’Iniziativa di Cittadini Europei (European Citizen Initiative, ECI) “Freedom To Share”. #NOWECANT
Allo stato attuale, confermiamo l’impegno totale del Partito Pirata Italiano contro le oligarchie del copyright, ma ci vediamo costretti a ritirare ogni impegno dall’iniziativa “Freedom to Share” per tre motivi:
- L’equo compenso è una tassa nascosta. I cittadini già pagano l’equo compenso per i dispositivi di memorizzazione, pagare anche sui trasferimenti è un doppia tassazione sullo stesso file condiviso.
- La schedatura prevista nella raccolta firme a sostegno dell’iniziativa conferisce troppi dati personali con pochi limiti al loro uso al comitato organizzatore. Il Partito Pirata Italiano non considera che la piattaforma autonoma di acquisizione delle firme, e la relativa Privacy Policy soddisfi le caratteristiche di privacy necessarie.
- Il comitato organizzativo non ha mai coinvolto gli organi del Partito Pirata nelle decisioni progettuali ed esecutive, nella stesura dei documenti e nella definizione delle prassi operative ed esecutive del progetto.
In prosecuzione con le ragioni della nascita del movimento pirata con la difesa di The Pirate Bay, il Partito Pirata Italiano ha adottato il file-sharing come tema principale nella campagna elettorale europea del 2019 con la candidatura come capolista di Luigi Di Liberto, responsabile di TNT Village, il principale sito di file-sharing etico del mondo.
In seguito il Partito, con la mozione del 1° Congresso Nazionale del 2020, ha dato fiducia al progetto di ECI sul file-sharing che però è andato progressivamente costituendosi come qualcosa di molto differente dall’originale battaglia liberatoria e antagonista. In pratica il comitato organizzatore (GOIPE) è stato distante e disinteressato al rapporto con il Partito, i cui organi non sono mai stati coinvolti in alcuna attività.
Il Partito Pirata Italiano è convinto che una battaglia politica di così vaste proporzioni, che dovrebbe coinvolgere almeno un milione di cittadini in tutta l’Unione Europea, non può essere portata a termine se tra chi la sostiene non vi è unità d’intenti, basata su fiducia reciproca e lealtà nei comportamenti, con una spasmodica attenzione alla tutela della privacy dei cittadini e evitando loro rischi non necessari.
Con rammarico e con convinzione il Partito Pirata Italiano ha deciso di combattere per le giuste ragioni del file-sharing attraverso differenti modalità e strumenti di lotta e per questo motivo il Partito Pirata Italiano chiede la cancellazione del suo nome e dei suoi simboli dall’iniziativa.
Come prevede Statuto del Partito, ogni Pirata iscritto è libero di aderire singolarmente a qualsiasi battaglia politica e di prestare la propria attività a favore di ogni iniziativa, quindi anche quella del comitato per l’ECI sul file-sharing.