Appello alle istituzioni da parte del Partito Pirata Italiano sulla situazione cilena

appello Partito Pirata cileno

Il Partito Pirata Italiano è parte di un movimento internazionale, che lotta per i diritti civili in ogni parte del mondo.

Abbiamo risposto all’appello del Partito Pirata del Cile pubblicato dall’Internazionale dei Partiti Pirata inviando una lettera alla Farnesina indirizzata al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al Ministro Luigi Di Maio, in conoscenza all’Ambasciatore italiano in Cile Mario Battocchi, alla consigliera diplomatica del Quirinale Ambasciatrice Emanuela D’Alessandro, al consigliere diplomatico del Consiglio dei Ministri, il Ministro Plenipotenziario Pietro Benassi, che pubblichiamo integralmente:


Egregio Presidente della Repubblica Sergio Mattarella,
Onorevole Ministro Luigi Di Maio,
S.E. Mario Battocchi,
Gentile Min. Plen. Pietro Benassi,
Gentile Amb. Emanuela D’Alessandro,

come Partito Pirata Italiano siamo parte del Movimento Internazionale dei Pirati fin dalla nascita, ci siamo mostrati attenti al rispetto dei diritti civili e delle libertà fondamentali e alla collaborazione con gli appartenenti, i sostenitori e i simpatizzanti del nostro Partito negli altri paesi del mondo.

Abbiamo ricevuto la richiesta da parte del Partito Pirata del Cile di appellarci al Governo Italiano e alla Comunità Internazionale, per fare pressioni sul governo cileno affinché cessino le violenze. 

Chiediamo al Governo Italiano di intervenire e far sentire la propria voce allo scopo di ripristinare il dialogo democratico tra l’esecutivo, le opposizioni e la popolazione del Cile.

Nel proprio appello, i Pirati cileni, descrivono una situazione esasperata:


Per mesi diversi settori sociali sono stati repressi, come le comunità Mapuche (una delle etnie native del Cile e dell’Argentina), e gli studenti, con la polizia antisommossa (forze speciali) all’interno delle scuole. Il governo ha recentemente annunciato l’aumento del costo dei trasporti pubblici nella città di Santiago, che ha già superato un dollaro per passeggero; uno dei più costosi in America Latina. Per protestare, piccoli gruppi di studenti (ragazze e ragazzi di 15 anni) hanno iniziato a eludere il pagamento per la metropolitana. Queste proteste si sono trasformate in massicce manifestazioni e il governo ha messo la polizia antisommossa nelle stazioni della metropolitana, scatenando una forte repressione contro i giovani.

I cittadini hanno iniziato a manifestare pacificamente in vari punti nevralgici della città. Il governo ha decretato lo stato di emergenza a Santiago, consegnando il controllo della città ai militari, il che ha aumentato i disordini e reso le proteste più violente. Esse si sono diffuse in altre città del Paese, a causa di tutto il malessere accumulato in seguito a decenni di maltrattamenti da parte delle autorità. Si sono moltiplicate le proteste pacifiche di centinaia di migliaia di persone, così come la repressione e la messa in atto dello stato di emergenza in diverse regioni. Con i militari nelle strade e il coprifuoco (proibizione di girare in città di notte), la violenza è aumentata insieme ai disordini dei cittadini, causando una grande distruzione e incendi in grandi supermercati, alcune banche, caselli autostradali e altri locali commerciali. L’intero movimento è nato spontaneamente e non è guidato da gruppi politici organizzati. Ciò complica il panorama, perché riduce le possibilità di una soluzione con l’uso del dialogo.

I partiti e i movimenti dell’opposizione (incluso il PPCL) hanno invitato il governo ad annullare lo stato di emergenza e rimuovere i militari dalle strade. Stiamo anche cercando di coordinare molti attori sociali e politici per mantenere le proteste pacifiche, proteggere la popolazione e cercare soluzioni politiche a questa crisi. Tuttavia, il governo è determinato a risolvere questa situazione con la forza. Siamo interessati alle pressioni internazionali sul governo cileno per cambiare le politiche che sta applicando, che in molti casi mancano del necessario sostegno costituzionale e violano i trattati sui diritti umani ratificati dal Cile.

I militari sono nelle strade. La coalizione politica alla quale partecipa il PPCL (Frente Amplio de Chile) ha sostenuto le proteste, che incanalano decenni di frustrazioni prodotte dall’attuazione delle politiche neoliberiste. Le vittime della polizia e della repressione militare si moltiplicano ogni giorno. Vi è stato un aumento delle testimonianze e delle accuse di abuso delle forze di polizia, torture, molestie sessuali e morti per mano di agenti dello Stato cileno.

I media cileni e i comunicati governativi evidenziano gli atti di vandalismo, omettendo i disordini sociali e i problemi che ci hanno portato alla situazione attuale. I partiti di opposizione chiedono al governo di rimuovere i militari dalle strade e di ritirare lo stato di emergenza. Nella popolazione cilena c’è una frustrazione e un malessere vecchio di oltre trent’anni, che non è mai stato canalizzato democraticamente.


Crediamo che i governi dei paesi democratici debbano esigere risposte concrete dalle istituzioni cilene sul perdurare di questa situazione, e chiedere una soluzione pacifica della crisi attuale.

Restando in attesa di un Vostro riscontro ci mettiamo a disposizione per facilitare il dialogo tramite la collaborazione con il Partito Pirata del Cile.

Ringraziamo per l’attenzione.

Cordiali saluti 

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