Il Nobel per la pace 2021 assegnato a due giornalisti ci obbliga a riproporre Assange per quello del 2022.
di Marco Calamari
Il 7 dicembre 2010 Julian Paul Assange si presenta spontaneamente negli uffici di Scotland Yard e viene arrestato in seguito al mandato di cattura europeo per un’accusa pretestuosa proveniente dalla Svezia, mantenuta artificialmente in vita per anni ed infine archiviata il 19 maggio 2017.
Da 7 dicembre 2010 Julian non è più stato un uomo libero, alternando brevi periodi di libertà vigilata a lunghissimi periodi di segregazione, tutti nel Regno Unito, prima nell’ambasciata dell’Ecuador e poi nel carcere di massima sicurezza di Belmarsh.
Tra poco scoccherà l’undicesimo anno consecutivo di privazione della libertà per un essere umano cittadino di un paese democratico, sul suolo di un secondo paese democratico, con la complicità di altri due paesi democratici e su istigazione di un quinto paese democratico, tutto questo in assenza di una condanna, neppure in primo grado, per un fatto specifico.
E tutto questo a causa della strumentale alternanza di svariati capi di imputazione, mutevoli come le stagioni politiche, variabili come il tempo una giornata di marzo.
Forse dovremmo parlare non di paesi “democratici”, ma di paesi “a democrazia limitata”
In realtĂ tutti sappiamo cosa ha fatto Julian, e per quale motivo i 5 paesi, non-suddetti ma ben noti, lo desiderano ridotto al silenzio, temporaneo o meglio ancora permanente; ha la gravissima colpa di aver permesso alla gente di essere informata e quindi piĂą libera.
Si, “libera” nel senso usato da Gesù nel Vangelo di Giovanni (8, 32): “Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi”.
E questo a molti, moltissimi non piace, ma poiché tutti voi, non solo i 24 instancabili lettori di Cassandra, ne sapete ormai più che abbastanza, non è certo il caso di ripetere i loro nomi.
E’ notizia recente che il comitato dei Premi Nobel quest’anno ha assegnato a due coraggiosi giornalisti il Premio Nobel per la Pace 2021.
Nulla da dire sui degnissimi vincitori, qualcosa da dire invece su Julian Paul Assange, giornalista, in carcere da 11 anni per aver compiuto la piĂą grande operazione di giornalismo investigativo della storia.
Nel 2014 ci fu un timido tentativo (su change.org) per una mozione a tal proposito, che come tutte le mozioni ha ovviamente lasciato il tempo che trovava.
Per proporre **seriamente** Julian Paul Assange come candidato al premio Nobel per la Pace del 2022 bisogna impegnarsi un filino di piĂą, studiare, capire come fare e farlo per tempo.
Farlo quando? Per l’appunto da oggi fino al 31 gennaio 2022
Chi lo può fare? Tutti noi? No, solo queste “tipologie” di persone:
– I membri di assemblee nazionali e governi degli Stati.
– I membri di corti internazionali.
– Direttori di istituti di ricerca di pace e istituti di politica estera.
– Le persone che hanno giĂ vinto il Premio Nobel negli anni passati.
– I membri del Consiglio di organizzazioni che hanno ottenuto il Premio Nobel in anni precedenti.
E, per l’appunto qui in Italia, nella sola prima categoria, abbiamo più di 900 “abilitati”.
Ma italiani adatti ce ne sono anche in tutte le altre categorie, incluso il recentissimo vincitore del Nobel per la Fisica Giorgio Parisi.
Per proporre Julian, queste persone devono scrivere lettere individuali (non petizioni) al Comitato per il Nobel Norvegese (che assegna appunto il Nobel per la Pace), e per l’esattezza ai signori:
Berit Reiss-Andersen
Anne Enger
Asle Toje
Kristin Clemet
Jørgen Watne Frydnes
che ne fanno oggi parte, scrivendo almeno alcune delle cose che tutti sanno e spiegando perché essere un eroico e perseguitato giornalista (“giornalista è chi giornalista fa”) che ha cambiato il mondo lo qualifichi pienamente al premio.
Per chi non si ricordasse la definizione pratica del termine: “Eroe è colui che, andando contro il proprio vantaggio e la propria sicurezza, compie un’azione dalla quale molti altri trarranno reale beneficio”
Ma per coloro che non amano scrivere su carta, c’è anche un form web (una cosa seria, non le petizioni di change.org, per favore non spammatelo se non avete titolo per proporre un candidato).
Ora, se potete farlo o se conoscete qualcuno che può farlo (e qualcuno l’avete votato anche di recente) fatelo, o fatevi parte attiva per farglielo fare, insistendo con tutti i mezzi che conoscete.
Gli anni passano, in carcere talvolta si muore, ed i Nobel alla memoria non li danno.
Forza Julian!
Forza per Julian!!