Si è diffusa la voce che le ideologie siano crollate. La politica che era la quintessenza della comunità, è diventata puro individualismo. Solo pochi nostalgici bazzicano i partiti, raramente per motivi edificanti. I partiti non premiano le visioni della società futura e tutto è ridotto ad una barcollante processione di «piccoli passi»: cause, battaglie, iniziative. Senza grandi narrazioni, i «piccoli passi» mettono assieme masse indistinte che contribuiscono senza troppo impegno. Talvolta con un solo click. Non la volontà generale di un popolo di cittadini, ma una sommatoria di volontà particolari di individui separati e oppressi nella loro frammentazione.
Ma le ideologie non sono crollate, sono solo differenti. Non provvedono più a grandi storie sulla società futura, ma operano nel quotidiano per separare le persone tra di loro, per chiuderle nell’alienazione della loro solitudine in mezzo all’indistinto vociare della sociopatia stimolata dai grandi della rete, per impacchettarle e rivenderle come profili da cui distillare comportamenti futuri.
Una società di prigioni, reali e virtuali; di accusatori, pubblici e collettivi; di sevizi gratuiti, che costano vita e coerenza. Erti come giganti che tutti considerano utili mulini a vento.
Allora… Don Chisciotte cercasi…